Pietre d’Inciampo a Dalmine
Venerdì 27 gennaio 2023, in occasione della Giornata della Memoria, a Dalmine si è tenuta la Cerimonia di posa delle “Pietre d’inciampo”. In Piazza Libertà, è stata posata la prima pietra in memoria di Giuseppe Graziotti; in Piazza Vittorio Emanuele III, collocata la seconda in memoria di Angelo Amboni. Due soldati dalminesi internati e morti in campo di concentramento per il loro rifiuto di combattere per la Repubblica di Salò o per l’esercito tedesco.
Luigi Enrico Dall’Ovo
Volti del Risorgimento - Il bergamasco Dall'Ovo non se ne fece mancare una...
Luigi Enrico Dall’Ovo, di Ermenegildo e Rosa Carrara, nacque a Bergamo l’8 gennaio 1821. I moti del 1848 lo videro prima a Bergamo, poi a Milano con la colonna Bonorandi come sergente furiere della sezione artiglieria della guardia nazionale al servizio del Governo Provvisorio, automaticamente proiettato nella I Guerra d’Indipendenza. Quando l’anno successivo avvenne il disastro di Novara Dall’Ovo partecipò alla difesa della Repubblica Romana, al comando della VIII Centuria combatté a Villa Corsini e al Vascello contro i Francesi. Caduta la Repubblica Romana, assistette il fratello Giuseppe, rimasto ferito in uno di quei combattimenti e non potè quindi seguire Garibaldi verso San Marino. Ma nell’agosto 1849 rientrò nel bergamasco, ancora in territorio austriaco rifugiandosi a Sforzatica di Dalmine.
Riqualificazione Cimitero Napoleonico di Sforzatica
La Giunta Comunale, del comune di Dalmine, ha approvato, in data 5 dicembre 2022, il progetto esecutivo di rigenerazione urbana e riqualificazione del cimitero napoleonico di Sforzatica, Dalmine, ubicato in via Cesare Battisti. Ora, infatti, afferma il Sindaco di Dalmine, il cimitero non è utilizzato per nuove sepolture, ma custodisce le salme di numerosi defunti. È aperto ai visitatori ma è in precarie condizioni ed è quindi bisognoso di un intervento di recupero. Abbiamo inviato il progetto alla Soprintendenza, afferma il sindaco, e stiamo attendendo il via libera rispetto agli interventi da realizzare.
Il primo sindaco di Dalmine
Antonio Piccardi, il 1° maggio 1945 , fu nominato primo sindaco del Comune di Dalmine dopo la Liberazione, dal prefetto di Bergamo avvocato Ezio Zambianchi. La sua nomina avvenne su indicazione del CLN del comune di Dalmine e rimase in carica fino alle elezioni del 1946. Durante il suo mandato, il sindaco Antonio Piccardi si occupò principalmente di questioni inerenti il buon andamento della vita in paese con attenzione anche alle famiglie dei lavoratori di alcune industrie locali uccisi dal bombardamento del 6 luglio 1944; si occupò anche delle situazioni personali difficili e di tutte quelle pratiche amministrative e burocratiche necessarie a far ripartire la macchina burocratica comunale in un momento di passaggio e di particolare difficoltà.
I NO VAX
L'articolo 32 della costituzione recita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge". I non vaccinati sono pericolosi non perché portatori di contagi mortali, ma perché sfuggono al controllo, ciò che una società moderna non può tollerare. Anche se si vaccinasse il 100% della popolazione, il virus non sparirebbe sia perché produce sempre nuove varianti sia perché bisogna considerare che il virus circola in tutto il mondo.
La nascita del Comune di Dalmine
di Mariella Tosoni.DALMINE 7 LUGLIO 1927. Negli anni Venti del Novecento, il regime fascista che stava diventando Stato colse l’importanza fondamentale del ruolo delle imprese nella quotidianità delle masse lavoratrici; successe così anche a Dalmine dove il concetto di “utopia urbanistica”, mutuato dall’Inghilterra di Robert Owen, secondo la quale “l’ambiente sociale determina il carattere dell’uomo”, divenne un potente mezzo della propaganda mussoliniana e nel 1927 assunse in paese una connotazione decisamente autoritaria. Al binomio impresa-città si sostituì, infatti, il trinomio impresa-città-stato con l’unificazione dei tre comuni di Mariano al Brembo, Sabbio Bergamasco e Sforzatica in un comune unico.
Perché la Lega al governo
Dopo varie manovre alla fine Matteo Salvini fa la mossa che scombussola tutti: dice sì affermativo senza condizioni al governo Draghi. La mossa del Capitano nel partito della Lega fa vincere l'anima modernista guidata da Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia, ma soprattutto politicamente serve a mettere in difficoltà il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle e ad allontanare la sensazione che l'esecutivo dell'ex presidente della Bce fosse un Conte-Ter mascherato. Se la Lega ha deciso di entrare nella maggioranza che sostiene il governo Draghi, non credo sia per assicurarsi qualche poltrona, ma sia per incidere dall'interno sulle decisioni in un momento delicato a livello sanitario, economico e sociale e controllare la spartizione degli aiuti europei, che sono tanti. Nessun pregiudizio nei confronti di Draghi ma evidenziare e sostenere i temi sui quali s’intende incidere maggiormente: come sviluppo economico, tutela della disabilità, scuola, svolta sul piano vaccini e soprattutto sulle riaperture e sugli indennizzi, in breve una discontinuità rispetto al governo precedente.