L’ostilità verso la Lega
Titoli copiati qua e là per documentare la “di Voi” disposizione….benevola contro il 33% degli italiani:
-- l’odio per Roma acceca la lega
-- la Lega e l'odio per la Capitale, dalla guerra santa al patto della pajata
-- La lega nord e il suo odio verso il pensiero e gli intellettuali
-- Zingaretti: “da Lega solo odio, non lavoro”
-- Salvini accolto a Napoli al grido di “Odio la Lega”
-- L’odio della lega di Salvini per i meridionali
-- Zingaretti: “Voglio un Pd forte e unito per battere l’odio della Lega”
-- Zingaretti: "Odio collante della Lega"
-- De Magistris: “La Lega ed i suoi accoliti agiscono con odio verso il Sud”
-- la lega è il partito che diffonde più odio
Tutti contro il governo e la “manovra del popolo”
Questo governo, nato da un accordo e sottoscritto da un contratto, non ha né l'appoggio né il consenso di quasi tutti i giornali e siti web. E’ certamente un governo contro la globalizzazione selvaggia in cui si riconoscono lavoratori e piccole imprese. I giornali e giornaloni non hanno ancora capito, ma solo perché non è una loro idea, che è un governo che ha come compito quello di cercare di svincolarsi dal pensiero unico, da quel concetto che ci ha sottomesso negli ultimi trent’anni, di certo riconosciamo che è un governo non in linea con i precedenti.
Rifugi antiaerei di Dalmine
A Dalmine (BG), sono ancora presenti due imponenti ricoveri antiaerei risalenti alla seconda guerra mondiale: ieri preziosi manufatti contro il pericolo dei bombardamenti aerei, oggi testimonianza della drammatica incursione aerea del 6 luglio 1944. Nel luglio del 1939 un'apposita commissione di difesa antiaerea gestisce la progettazione e l’esecuzione delle opere di protezione, secondo le disposizioni di legge. Il territorio Dalminese viene suddiviso in “settori di esodo”, in ognuno dei quali vengono costruite trincee di ricovero. Anche la Dalmine da inizio alla realizzazione di due imponenti rifugi antiaerei, nei quartieri: Garbagni (capienza di ca. 500 persone), e Leonardo da Vinci (capienza di ca. 360 persone).
La Nostra Bergamasca
Terra di grandi lavoratori oggi schiacciata sotto il peso della continua recessione: se guardo le cifre, non vedo la fine del tunnel.
Premessa
Le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta sono quasi raddoppiate negli anni della crisi: +78,5%, con un’incidenza sul totale passata dal 3,5% pre-recessione al 5,7% del 2014. La crisi in corso non riguarda solo le aziende e il mercato di consumo, ma intacca anche la vita delle famiglie e mette in difficoltà anche tutta una serie di servizi ai quali il “welfare state” dava risposte che oggi appaiono insufficienti.
L'Antenna di Dalmine
Con atto di donazione n. 12.882 dell’11 agosto 1938 (XVI) redatto dal Notaio Camillo Dolci, la Società Stabilimenti di Dalmine, con sede in Milano (rappresentata dal Comm. Fermo Sisto Zerbato, direttore generale commerciale della Società) e la società La Pro Dalmine Anonima con sede in Milano (rappresentata dal suo presidente comm. dr. ing. Agostino Rocca) hanno deciso di donare al comune di Dalmine tutto quanto di proprietà delle due società ha contribuito e contribuiscono alla formazione di piazza Impero (ora P.za della Libertà) situata in Dalmine Centro all’incrocio del Viale Giulio Benedetti (ora Viale Betelli) colla nuova strada camionale (Viale Locatelli e Viale Marconi).
La storia di Arlecchino
ARLECCHINO è una famosa maschera bergamasca della Commedia dell'Arte. La maschera di Arlecchino ha origine dalla contaminazione di due tradizioni: lo “Zanni bergamasco” da una parte, e i "personaggi diabolici farseschi della tradizione popolare francese" dall'altra. L'origine del personaggio è molto antica e legata alla ritualità agricola. Arlecchino approda nei palcoscenici al tempo dei saltimbanchi, dei cerretani e simili che hanno percorso le piazze e le fiere italiane sin dal Medioevo. Arlecchino è un personaggio diretto discendente di Zanni (Zanni, come Zuan, è una versione veneta del nome Gianni).
La storia di Brighella
Brighella Cavicchio è una maschera popolare bergamasca della commedia dell'arte, il suo personaggio era originariamente quello del servo buffo e intrigante. L’origine più probabile del nome di Brighella deriva dalle parole “brigare” o “briga” vale a dire intrigo, che è propria una delle caratteristiche del personaggio, infatti, ancora oggi si usa dire «fare il brighella» cioè comportarsi in modo poco serio.