Il poeta vernacolo di Villa d’Almè, Benvenuto Trezzini, ha dedicato alla località di S. Pellegrino un’altra sua gustosa poesia, dal titolo “I aque de San Pelegrì “ (1899) dove immagina il dialogo di due pesci del Brembo, la trota e il temolo, preoccupati dell’impoverimento delle acque del fiume per il sempre più diffuso uso delle acque termali: | ||
Tròta: Se ‘m va innacc a’ sta manera Benvenuto Trezzini |
Trota: se continuiamo in questa maniera è un affare che non va bene; perfino il Brembo, da quello che era, perfino il Brembo non è più lo stesso… continua a calare, a calare… Temolo: Sono le acque che potano via…. Trota: Temolo, Temolo, con le tue frottole che mi sembrano un po’ troppo pronte, vuoi farmi credere, che il Brembo cala, se aumentano su alla fonte? Vuoi farmi credere che, forse, possono asciugare il Brembo , a caraffa a caraffa? Temolo: Non so niente! Sono troppo numerosi sia i malati sia i dottori; acqua, acqua, cavolo, i pesci siamo noi o sono loro? Vedrai che dagli, mescola, poco a poco il Brembo asciuga…. Tutti e due insieme: Se ancora siamo a tempo, cambiamo strada: gambe in spalla… andiamo giù nell’Adda. |
|
Tratto da “La rivista di Bergamo” luglio-agosto 1955 | ||