Sènsa döbe i l’la sà töcc
Maffeis Luigi |
Senza dubbio, lo sanno tutti che il niente è buono negli occhi lo hanno capito perfino i putti che i pidocchi generano pidocchi E’ finito il tempo del “cara signora c’è di bello che lavora” svegliatevi, è arrivata l’ora stiano a casa quelli che hanno paura Non aspettate quando i buoi sono scappati perchè i ladri sono già arrivati dovremmo essere come soldati prima di essere tutti schiacciati Una volta, i nostri vecchi dicevano, ci volevamo più bene, eravamo tutti poveri cosa lasceremo ai nostri figli? Una casa bruciata e neanche un tetto? Sono andati a scuola ma sono rimasti ”gonzi” non hanno imparato niente dalle guerre fatte non si può mettere una volpe nel pollaio lo hanno capito anche gli “ombrellai” Tutte le lotte hanno una fine botte da orbi o fiaschi di vino non si può fare come Gioppino sempre contento sia ad andare che a venire Non sei ancora stanco di fare il pecorone sbattuto di qua e di la come una ciabatta non hai capito che sei usato come un burattino? e prendersela a cuore per niente? Hanno ragione quelli di Pontirolo che ci sentono solo quando vogliono prova a chiedere al Calderoli se a Roma si può fare quello che si vuole Nel paese dei ciechi vivono bene anche i guerci pensare di più, non gridare inutilmente non lasciar andare tutto storto perché è colpa nostra se il mondo non va bene E quando un giorno in casa tua non sarai più te il padrone ma Mustafà dovevi imparare prima a ragionare sarà ormai troppo tardi per piangere. Noi bergamaschi ci davamo del Voi parlavamo poco, se occorreva, picchiavamo chi picchiava più forte aveva ragione e poteva urlare forte “sono io il padrone” Uno di Campagnola gira per le strade e ripete non occorre andare tanto a scuola usate la testa, togliete gli abiti da lavoro è con la matita che si volta la politica. |
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