q987camozzi01È stato inaugurato questa mattina (16 settembre 2023) il monumento dedicato a Gabriele Camozzi, nell’area verde tra Piazza Matteotti e Via Einstein. Da tempo danneggiato anche a causa di intemperie e atti vandalici, il monumento è stato sottoposto a un intervento di tipo conservativo nel corso dell’estate, per mano del restauratore Massimiliano Lombardi.
È una giornata particolarmente significativa per la nostra Città, in quanto riconsegniamo alla cittadinanza un importante monumento dedicato a un personaggio di spicco per il territorio di Dalmine,

proprio nell'anno in cui ricorre il bicentenario della nascita. Il patriota risorgimentale oltre a partecipare attivamente alle due guerre di indipendenza è stato uno dei leader dell’insurrezione bergamasca a ha assunto la carica di capo della guardia nazionale della provincia di Bergamo. Il regno di Sardegna lo incaricò di organizzare un corpo di soldati per la provincia di Bergamo, impegno che gli costò parecchio in denaro, solo in parte restituito dallo stato.
Il busto di Gabriele Camozzi, fu commissionato dalla famiglia Camozzi allo scultore Giuseppe Siccardi ( Albino 1883, Bergamo 1956) nel 1912.
Piccolo inciso: Vedo parecchie inaugurazioni ma tutte passate sotto silenzio e senza partecipazione delle opposizioni, cioè di parte della cittadinanza. Credo, cari amici della maggioranza, che sia il momento di aggiornare leggermente il Vostro comportamento e aprire alla città, una inaugurazione con quattro gatti non serve a nessuno ed ha poco valore.

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Inaugurazione restauro monumento a G. Camozzi - settembre 2023     
         
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        Inaugurazione monumento
9 settembre 1912 

 


Dalmine, settembre 2023       fac/



 

GABRIELE CAMOZZI DE GHERARDI Un eroe misconosciuto (1823-1869)
- 4 APRILE 1823 NASCITA E STUDI: Gabriele nacque a Bergamo da Andrea e dalla contessa Elisabetta Vertova. Compì i primi studi nel collegio dei Barnabiti di Monza, li continuò nel ginnasio-liceo “Sarpi” di Bergamo e conseguì la laurea in legge a Padova.
- 20 MARZO 1848: MOTI RIVOLUZIONARI. Costituitosi a Bergamo un governo provvisorio, Gabriele Camozzi fu chiamato a farne parte. Dal governo provvisorio di Lombardia fu nominato comandante della Guardia Nazionale per la provincia. Il 10 agosto a Breno Camozzi organizzò un concentramento di volontari per crearvi un centro di guerriglia, ma, fallito, riparò in Svizzera.
- 20 marzo 1849: RIPRESA DELLA RIVOLTA Il 14 marzo La Marmora chiamò il Camozzi a guidare la rivolta nel Bergamasco, a organizzare la guerriglia nelle retrovie austriache e far convergere i volontari lombardi su Brescia per farne il centro dell'insurrezione. Il 20 Gabriele ricevette ad Arona 5.500 fucili e relative munizioni e, trasportate le armi a Laveno, raggiunse con 150 volontari Gavirate e Varese, dove organizzò la guardia nazionale e l'armò con 400 fucili.
- DA VARESE A BERGAMO - 24 marzo 1849. - Il 24 Camozzi raggiunse Bergamo, dopo avere toccato Como, dove aveva costituito il Comitato insurrezionale e lasciato 200 fucili alla risorta guardia nazionale, e Lecco, dove aveva distribuito altri 150 fucili. A Bergamo il Camozzi assunse la dittatura in nome del governo sardo, formò un Comitato di difesa.
- LA SCONFITTA DI NOVARA - 24 MARZO 1849 - Nonostante la sconfitta di Novara del 23 marzo dell'Armata Sarda, il giorno 24 Camozzi tentò invano di raggiungere Brescia per affiancarsi ai patrioti ai quali aveva inviato 2.200 fucili. Ripiegò con i suoi volontari a Iseo e qui sciolse la colonna rifugiandosi in Svizzera.
- AMNISTIA, MULTE ED ESPATRIO – 12 agosto 1849- Escluso dall'amnistia del Regno di Sardegna (20 aprile) e poi da quella del governo austriaco, a Gabriele Camozzi fu imposto anche una tassa di guerra di L. 133.846,15 a titolo d’indennizzo per l’azione antigovernativa svolta, in aggiunta ad altra tassa di L. 13.384 per ciascuno dei fratelli Camozzi ribelli. (Ester de Fort, Esuli in Piemonte nel - Risorgimento Riflessioni su di una fonte, Rivista Storica Italiana, Anno CXV, Fascicolo I, 2003 pp. 648-8)
- SOSPETTATO ANCHE DAL GOVERNO PIEMONTESE – 1850 - Gabriele si trasferì con il fratello Giovanni Battista ad Albaro (Ge). Tra il 1851 e 1852 fu obbligato a soggiorni prima in Sardegna, poi sul lago Maggiore. La loro casa era aperta con generosa ospitalità a perseguitati anonimi, come a personaggi importanti del patriottismo mazziniano, come Carlo Pisacane e Luigi Mercantini. Nella villa nella notte del 31 dicembre 1858 fu suonato per la prima volta l'Inno di Garibaldi, con parole di Mercantini e musica di Alessio Olivier.
- UN PATRIMONIO PER L'UNITÀ NAZIONALE – 1858 - Gabriele Camozzi aveva speso un patrimonio (un milione e mezzo dell'epoca) "allo scopo della nostra redenzione dal giogo straniero" . Le sue entrate erano ridotte a quelle provenienti principalmente dalle proprietà di Dalmine. Nel 1858, per migliorare la sua situazione economica, tentò invano un'impresa commerciale nel Mediterraneo orientale.
- IL MATRIMONIO – aprile 1859 - Nell'esilio di Genova, alla villa dello Zerbino, Gabriele conobbe Alba Coralli (1818-1886), che, vedova del marchese Belcredi, divenne poi sua moglie e gli diede due figli, Maria Elisa (1860-1935) e Attilio (1862-1865).

- ALLA 2A GUERRA D’INDIPENDENZA – 7 aprile 1859 - Gabriele Camozzi si arruolò tra i Cacciatori delle Alpi prima come sottotenente portabandiera e poi col grado di maggiore. Il 29 maggio fu nominato comandante militare di Como, appoggiò l’avanzata di Garibaldi su Varese, Lecco e Bergamo (8 giugno) e poi Brescia (14/6).
- ELETTO DEPUTATO (VII LEGISLATURA) – 25 marzo 1860 - Camozzi entrò nel Parlamento del Regno d’Italia (il fratello al Senato), dove fu rieletto per tre mandati, come rappresentante del collegio di Trescore. Dopo l'elezione al parlamento italiano, la moglie Alba convinse il marito a trasferirvisi con la famiglia. Dopo la nascita di Attilio (1862), Camozzi decise di lasciare Torino per ridurre le spese familiari.
- SPEDIZIONE DEI MILLE – 5 maggio 1860 - Dopo l'esperienza negativa delle milizie volontarie della 1a Guerra d'Indipendenza (debiti non pagati dallo Stato), si impegnò tra i Cacciatori delle Alpi per una guerra regolare e non insurrezionale. Per questo motivo, pur sostenendolo finanziariamente, non partecipò alla spedizione dei Mille di Garibaldi.
TRATTATO DI TORINO: NIZZA E SAVOIA ALLA FRANCIA – 29 maggio 1860 - In occasione del voto alla Camera, Camozzi si dichiarò favorevole all'annessione della Contea di Nizza e della Savoia alla Francia, in base agli accordi di aiuto dato dalla Francia all'Italia nella 2a guerra d'Indipendenza. Ciò provocò dei contrasti politici con la moglie e con Garibaldi che, per "Gabrio", come lui lo chiamava, conservò alta stima.
- UNA CAUSA CONTRO LO STATO ITALIANO – 1863 - Gabriele Camozzi iniziò una causa in tribunale per reclamare dallo Stato solo la spesa sostenuta su mandato del Regno di Sardegna per equipaggiare e mantenere un corpo di truppe. Raccolse in un libro a stampa tutta la documentazione.
- CAPO DELLA GUARDIA NAZIONALE DI PALERMO – 16 settembre 1866 - Camozzi, arrivato a Palermo a giugno, tra il 16 e il 22 settembre si trovò ad affrontare la rivolta del 7 e mezzo (dal numero di giorni che durò). Per il suo coraggio ebbe pubblico riconoscimento con la nomina a commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e ad ufficiale dell'Ordine militare di Savoia e la medaglia di argento.
- MORTE NELLA VILLA DI DALMINE – 17 aprile 1869 - Tornato a Dalmine per un periodo di riposo, Camozzi rientrò a Palermo dove rimase fin quasi alla fine del 1868, allontanandosi solo per andare in Parlamento. A inizio marzo la malattia lo costrinse a rientrare in famiglia nella sua villa di Dalmine dove morì. E' sepolto a Bergamo nella tomba di famiglia..
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- IL PARLAMENTO RICONOSCE IL DEBITO A CAMOZZI – 20 maggio 1869 - Quasi un mese dopo la sua morte il Parlamento discusse una legge che riconosceva a Gabriele Camozzi 80 mila £ a fronte di una richiesta di circa 300 mila, ma stante una spesa sostenuta di un milione e mezzo (= 6 milioni di euro!).

A cura di Claudio Pesenti con il contributo di Mariella Tosoni e Valerio Cortese (Associazione Storica Dalminese)