q779 pacefiscaleGrosso calo dei consensi per il premier Conte, ora non riesce più a convincere i cittadini. Troppi dubbi sulla gestione dell'emergenza. Ha innescato un senso di disorientamento collettivo, adesso si trova alle strette tra opinione pubblica, alleati di governo e opposizione. Dopo aver ottenuto un buon indice di gradimento da parte dei cittadini nei primi mesi dell'emergenza Coronavirus, ora inizia a perdere colpi e deve fare i conti con un notevole calo dei consensi.Il presidente del Consiglio paga sicuramente la crescita esponenziale dei casi nelle ultime settimane, che denota l'insufficiente preparazione nel fronteggiare la seconda ondata e il deficit di gestione delle "quattro T" (tamponi, tracciamenti, terapie intensive e trasporto pubblico).

In primavera era stato Conte a volere il lockdown totale, sia pure in grave ritardo, adesso ha cambiato strategia? È evidente, ha scelto di restare due passi indietro per esporre le regioni. Questo però non impedisce, com’è puntualmente successo, che qualcuno esorti il governo ad assumersi le sue responsabilità.
La situazione sanitaria è grave, di certo il quadro politico è insoddisfacente. Ci sono stati ritardi incredibili, si sono sprecati mesi, è evidente che la responsabilità non è tutta del governo, basta pensare ai settantadue ventilatori spariti in Campania, però la responsabilità principale è sua, perché le regioni non sono Stati indipendenti, il controllo e il coordinamento spettano al governo. Non serve comunque un governo di unità nazionale, cioè un governo in cui tutte le forze politiche si prendano la loro parte di responsabilità, perché nessuno lo vuole, però servirebbe un tavolo soltanto consultivo, nella situazione in cui siamo non produrrebbe granché; potrebbe però essere un primo passo in quella direzione.
Il governo, secondo molti analisti, è fermo alla fase uno, le priorità da affrontare sono fisco e burocrazia, delle quali invece il governo non si occupa ancora e non si preoccupa minimamente, le risorse del Recovery fund sono importantissime, ma non possiamo certo stare fermi in attesa del loro arrivo. Anche perché sono subordinate a progetti credibili, ai quali non si è neppure cominciato a lavorare. Molti criticano, a ragion veduta, questo governo ma da cittadino secondo me, non avendo alternative, credo che l'unica cosa ragionevole da fare sarebbe aiutarlo a operare per il meglio ma questo governo testardo, forse solo il capo, preferisce fare da solo, finora con pessimi risultati, quindi non è possibile aiutarlo e di conseguenza pagheranno tutti gli Italiani.
Poiché hanno puntato tutto sui fondi europei, se questi, stando alle ultime novità, si allontanano, anche l’ottimismo non ha più ragione d’essere. Alla fine non basterà un'aspirina per risollevarci, occorreranno misure pesantissime perché gli errori di comunicazione hanno prodotto un danno enorme all'estero, oltre che in Italia. Questi danni si faranno sentire sul turismo, sulla manifattura, sull'agroalimentare. Dovremo ripartire lentamente e con mille difficoltà.

Dalmine ottobre 2020 fac/