Varie sono le opinioni avanzate intorno all’origine dei nostri comuni. Oggi si propende a credere che siano di origine romana; forse anche preromani. Il comune rurale qual è nelle sue linee principali non è anteriore al mille, poiché i comuni del contado si vennero formando solo dopo la costituzione del comune cittadino avvenuta nel secolo XII. Non siamo lontani dal vero affermando che una certa qual organizzazione il “vico” di Dalmine la dovette avere fin dall’epoca romana. E’ la “vicinia”, istituzione eminentemente rurale nel nostro caso, con beni propri, i beni vicanali, sui quali gli abitanti della vicinia avevano libero ed esclusivo diritto di condurre al pascolo il proprio bestiame e quello di tagliarvi la legna, il che costituiva un principio di autonomia. Su questa primitiva organizzazione s’innestò più tardi l’organizzazione del comune medioevale. Per la costituzione del comune si richiedeva la presenza in luogo di almeno dodici focolari, vale a dire dodici famiglie. Il comune aveva il diritto di poter deliberare intorno ai propri interessi, come quello di eleggere i capi, cioè consoli, consiglieri o sindaci cui incombeva l’ufficio di convocare e presiedere le assemblee. Dalmine è già organizzato a comune nel 1263. Anzi in quest’epoca perde la sua autonomia per fondersi con Sforzatica e Mariano. Le assemblee comunali, a partire da quell’anno, dovevano tenersi a Sforzatica, segno che in precedenza ognuno trattava i propri interessi. Se nel 1263 avviene la fusione, la costituzione dei tre comuni bisogna farla risalire alla prima metà del XIII. Questa fusione dovette lasciare sussistere una certa autonomia, oppure essi la riacquistarono in seguito se più tardi in un atto pubblico troviamo questi comuni disgiunti con obblighi ben distinti. Si tratta di una sentenza del Comune di Bergamo che obbliga i comuni di Albegno, Treviolo, Curnasco, Sforzatica, Mariano, Osio Sopra, Osio Sotto, Lallio, Dalmine, Boltiere, Brembate Sotto, Grumello, Guzzanica, Capriate, Ciserano alla manutenzione della strada cosiddetta di Osio, che, dipartendosi dalla porta di Borgo S. Leonardo in Città, va verso Osio e da là a Boltiere. I comuni sopradetti, dice la sentenza, sono tenuti a riparare le eventuali devastazioni di detta strada, in caso di renitenza sono passibili di condanna.

Dalmine, maggio 2010      fac/