q593portanordIn Italia nel 2018 sono stati coperti con cemento o con asfalto 51 Km quadrati di territorio, in media quattordici ettari il giorno. La metà di questa cementificazione si concentra nelle zone urbane in particolar modo nelle aree già molto compromesse (rapporto Ispra-Snapa).
A Dalmine, là dove c’era l’erba ora, c’è… ci sarà la Porta Nord, tutti i campi liberi diventeranno presto una nuova parte di città grazie all’attuazione dell’ambito di trasformazione At02, un piamo che giace da tempo nei cassetti delle varie amministrazioni ma che ora i proprietari dei terreni in questione, avendo dei diritti acquisiti, chiedono che venga attuato.

Premesso quanto sopra cominciamo col dire che non è la terra di nessuno o terreno incolto, come si suole dire per giustificare l’intervento, è una parte del nostro territorio, uno specchio di terra libera quasi unica nel comune di Dalmine. L’insediamento in oggetto interessa circa 163 mila metri quadrati di verde e prati tra Via Guzzanica e la strada delle Valli. Sembra tutto molto bello, anche il nome in ambito di trasformazione, "AT02 - la Porta Nord di Dalmine”. La suddivisione dei vari comparti prevede: 15 mila mq a destinazione commerciale, 9 mila mq a terziario e sanitario (una bella clinica privata) e 6 mila mq residenziale con la realizzazione di settanta appartamenti per una capacità abitativa potenziale di circa 300 nuovi abitanti, (se ne sentiva proprio il bisogno). Unica nota positiva è la demolizione di quelle brutte costruzioni industriali da tempo in stato di abbandono ubicate in fronte al rondò delle valli e che sono un brutto spettacolo a chi si trova ad entrare in città, ma tantè che poco più in là abbiamo costruito il Bricoman che è ancora peggiore. Si dice sarà un quartiere green con attenzione al risparmio energetico e per rafforzare la tipicità sarà chiamato ”Sun City Dalmine”. Non illudiamoci se si parla di pista ciclabile, per andare dove, o di edilizia eco-compatibile, sempre di cementificazione si tratta, manca il verde e gli alberi oggi tanto richiesti  e mancherà lo spazio libero.  Sulla riqualificazione della statale 595, che da due diventerà a quattro corsie sul tratto interessato, tra la rotatoria e via Guzzanica, con nuova rotonda, certo che va riqualificata: prima la si distrugge e poi la si riqualifica; lavoro che porta lavoro. La riqualificazione doveva essere fatta molto prima liberando la zona da camion e macchine con lo spostamento del casello dell’autostrada che miopi amministratori hanno lasciato scadere. Oggi una cosa è certa: il casello dell’autostrada all’altezza di Dalmine resterà dov’è. Non sarà spostato come da sempre auspicano i dalminesi. Il treno si è perso vent’anni fa, quando c’erano i fondi e il progetto ma non l’accordo tra i Comuni interessati, di sicuro arriverà un contentino, una bretella smalti-traffico che s’innesterà dal casello al rondò del centro commerciale, meglio di niente.
Cari signori amministratori se continuiamo su questa strada, ci ritroveremo a mangiare cemento, colpa della destra o della sinistra o di qualsiasi amministrazione, ricordiamoci che la natura sta dando già i suoi segnali con dei bei disastri. Alla fine arriveremo alla frutta. Che la crisi sia alle spalle lo testimonia il ritorno del desiderio di costruire. Non importa che sul territorio ci siano centinaia di abitazioni vuote e neppure importa che molti capannoni stiano lì abbandonati tra la campagna e le strade ad arrugginire.  Bisogna costruire: nuovi condomini, nuovi capannoni, nuove palazzine, altre villette, magari con incentivi statali  e tutto per il Dio Progresso. Per concludere Dalmine vuole cementificare un altro tre per cento del territorio, come se tutta la calce, i mattoni, la malta piovuti sul paese negli ultimi quarant’anni non bastasse e un domani non avremo una superfice idonea per costruire eventuali spazi sociali. 

 

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Intervento At02 – Porta Nord - Dalmine

 

Planimetria intervento At02

 

Intervento At02 – Porta Nord - Dalmine


Dalmine, settembre 2019    fac/