q580salviniL’ascesa politica di Matteo Salvini, dal momento in cui è diventato Segretario della Lega fino all’arrivo al governo, è stata martellata da un continuo linciaggio, senza risparmio di violenza, sia verbale sia fisica, anche se solo nelle intenzioni, nonostante tutto il suo consenso cresce continuamente e quindi lo vorrebbero fermare a tutti i costi. 
Accuse di nazismo, anatemi di sacerdoti, condanne morali degli intellettuali, editoriali vari e copertine, fantocci impiccati o bruciati, scritte sui muri e minacce dei centri sociali che assediano i comizi pubblici. E ancora gli anatemi della classe intellettuale; razzista e fascista, sovranista e populista, famiglia Cristiana che fa la morale e poi a ruota si sono aggiunte procure, conduttori tv, gente comune e chi più ne ha più ne metta. Sono tutte stronzate.

E' in libreria un libro “Tutti contro Salvini”, che analizza i pericoli della criminalizzazione dell’avversario politico, ma anche di un uomo e di un padre. Il libro raccoglie tutti gli attacchi indirizzati al leader della Lega Matteo Salvini dai suoi avversari politici esaltando così l'isterismo e la rabbia di una sinistra che, dopo aver perduto la scommessa su una società multiculturale che ovunque è stata un fallimento, trova nutrimento di sopravvivenza nella criminalizzazione dell'avversario politico. Demonizzare l'avversario e superare di molto il limite del ragionevole sono un modo per non capire i propri errori.
L’attacco costante e frenetico a Matteo Salvini è diventato oramai il leitmotiv di esistenza di una sinistra che, nelle sue varie anime, ha fallito la propria missione sociale e governativa.  Rifiutata dal corpo elettorale, annebbiata dalla sconfitta verso l’immigrato, rispolvera un logoro mito della “Resistenza”, predica apertura e indulgenza verso “lo straniero” ma inonda di odio cieco l’avversario politico, cui rivolge il più definitivo degli auspici: la distruzione politica e, per ora solo desiderio, quella fisica.
In questi giorni tiene banco la "battaglia" sul blocco della nave dell’ong come fosse confronto fra il leader della Lega e l'organizzazione tedesca che si occupa di migranti. Niente di più sbagliato. La questione va posta su un altro piano: non è Salvini ad essere l'obiettivo dell'organizzazione, ma un ministro del governo italiano e le leggi approvate da un governo scelto da un parlamento eletto dalla maggioranza del popolo italiano.
Vorrei capire che gusto provino, molti italiani, nel fare il tifo per chi ci sfrutta e ci ha tolto lavoro e salari dignitosi, per chi ha deciso che dobbiamo essere invasi da un esercito di finti profughi e trasformati in Terzo Mondo; per chi vuole impedirci di rialzare la testa, di offrire un avvenire ai nostri figli e di aiutare i poveri italiani, di ricostruire le case terremotate, gli ospedali che mancano, le scuole e quant'altro. Far cadere il governo è l’obbiettivo della sinistra e dei  poteri forti che hanno tentato di sopprimerlo già prima che nascesse.
Il popolo sbaglia, a volte, ma chi sono i governanti e i politici per disobbedirgli? Non è forse per obbedire al popolo che da un anno ci teniamo un governo di dilettanti? Non si può dimenticare questo sacrosanto principio solo perché Salvini è antipatico o perché i Grillini stanno dimostrando di essere principianti allo sbaraglio. Un politico deve soltanto evitare di rendersi insopportabile, per esempio a forza di arroganza, come Matteo Renzi, ma all’antipatia si sopravvive.
Caro Matteo stai lavorando molto bene, con gli alleati di governo, stai riuscendo a ridare quella dignità che merita il nostro popolo e che da anni la politica con l’inganno ci ha sottratto, sei l’unico che difende il popolo italiano.

Dalmine, luglio 2019     fac/