ANTONIO CIFRONDI nasce a Clusone in val Seriana, l’11 giugno 1656; la data esatta di nascita è stata precisata solo da pochi anni, essendosi sempre ritenuto che Antonio fosse nato nel ‘57. Figlio primogenito di Carlo, muratore originario di Villa d’Ogna e di Elisabetta, dimostrò fin dai primi anni una spiccata propensione al disegno e alle belle arti tanto che scritti dell’epoca citano che “dimostrò sin da fanciullo spirito ed ingegno grandissimo e tutto il dì schiccherava figure ora sui muri ora sulle carte..." Fu quindi iniziato alle arti pittoriche da un locale artista, tale Dal Negro che però, a causa dei propri limiti, si rivelò inadeguato per la crescita del ragazzo. Il salto di qualità avvenne nel 1671 quando, grazie all’elargizione di una borsa di studio, poté trasferirsi, poco più che quindicenne, a Bologna presso la bottega di Marc’Antonio Franceschini dove si formò e vi rimase per tre anni. Nel 1679 è a Roma per il canonico viaggio di formazione, poi forse a Napoli, a Torino, a Grenoble dove eseguì diversi lavori alla cattedrale e Parigi dove lavorò per la corte reale, era accompagnato dal fratello Ventura, suo aiutante e aspirante pittore. In questo modo venne a contatto con la pittura dei grandi maestri del passato, ma anche con le esperienze dei pittori contemporanei. Il soggiorno francese si rivelò particolarmente proficuo dato che concluse diversi lavori che gli portarono grande ammirazione. Poco più che trentenne ritornò nella natia Clusone, (1686)  acquistò una casa in località Zuccano e cominciò a eseguire un gran numero di opere, la maggior parte a sfondo religioso. Da segnalare gli affreschi dei soffitti delle Sagrestie di Alzano Lombardo che raffigurano le Scene della Passione di Cristo, durante la cui esecuzione ebbe modo di confrontarsi e stringere rapporti d’amicizia con altri artisti bergamaschi, tra i quali Andrea Fantoni. La fama acquisita gli permise di ottenere un numero sempre maggiore di commesse, tanto da dover spostare la propria residenza più volte al fine di essere sempre presente sul luogo. Ricevette così ospitalità presso il convento di Santo Spirito di Bergamo, ricambiando con l’esecuzione di una grande quantità di dipinti (una cinquantina), dalla chiesa alle stanze del convento stesso. Antonio Cifrondi abbozzava sulla tela stessa, senza bozzetti o disegni preparatori, passando immediatamente all’esecuzione pittorica. Una caratteristica del suo modus operandi era data dalla rapidità di esecuzione, resa possibile grazie alla naturalezza e alla facilità con cui eseguiva le opere. Le prime opere che documentano l’attività del Cifrondi risalgono all’anno 1689; si tratta di affreschi siti nel convento di San Bartolomeo, nella città di Bergamo, che con il tempo sono andati distrutti. Dell’anno successivo sono le opere più datate tuttora esistenti: la Fuga in Egitto e il Transito di S. Giuseppe, collocate nella chiesa di Cerete.  Il catalogo dell’Artista conta circa quattrocento dipinti in gran parte a soggetto biblico o religioso, pochissimi i ritratti. Enigmatica rimane anche la produzione degli anni giovanili, ancora tutta da scoprire. Tra i numerosi cambi di residenza significativo è il periodo in cui soggiornò a Rosciate, dove adornò villa Zanchi con affreschi e opere di grande spessore. Il suo peregrinare lo portò a trascorrere gli ultimi anni della sua vita nella città di Brescia, ospite della famiglia dei Bargnani prima, e del convento di San Faustino poi, dove morì il 31 ottobre del 1730, all’età di 74 anni. Fu sepolto nella locale chiesa di san Faustino e Giovita, anche se oggi delle sue spoglie non vi è rimasta traccia.

 

   
Cristo risorto,   San Giovanni Evangelista   Elia sul carro
Sono solo tre dei sei dipinti del Cifrondi  presenti nel Santuario della Madonna dei Campi (BG)
    
         
   
Figura femminile che cuce
rischiarata da una finestra
  Monaca anziana in piedi   Vecchia curva
con bastone
         
   
Ritratto di bambina   Il ciabattino e il mugnaio   Ingresso trionfale di
Ciro a Babilonia

Dalmine, febbraio 2014 - Giovanni Facoetti - www.facoetti.com