Gli uomini sopportano molto male l'incertezza. Spesso preferiscono affrontare una situazione difficile ma certa, che un'insicurezza prolungata. Lo studente che ha sostenuto un esame, chi ha fatto degli esami medici, l'imputato che attende la sentenza del giudice, un Paese che non sa da quale Governo sarà governato, ecc. provano un'ansia che cresce quanto più dura l'attesa. Far aspettare gli altri, non rispondere alle loro lettere, temporeggiare, tenerli col fiato sospeso, ecc. è una prerogativa del potere malvagio.

Oggi viviamo in un periodo di incertezza elevata. Vi contribuiscono molti fattori. Una è la crisi delle ideologie, la crisi dei valori, la mancanza di rispetto, la politica che tradisce gli elettori, ecc. Oggi nessuno conosce il futuro.
Inoltre la globalizzazione ha prodotto uno spostamento dell'asse politico ed economico dall'Occidente all'Oriente. Noi dipendiamo per muoverci, riscaldarci, perfino per usare i computer, dal petrolio e dal metano dei Paesi islamici. La Cina è diventata una superpotenza economica, fra poco lo sarà anche militare. E così pure l'India.
Le nostre imprese fanno fatica a resistere alla concorrenza di Paesi in cui la gente viene dalla miseria e lavora per costruire un futuro per sé e i propri figli. Molti occidentali, invece, non ne sono più sicuri.
L'incertezza è particolarmente significativa in Italia dove è accentuata da uno scarso sviluppo economico a cui si aggiunge un'incredibile conflittualità che va dalla politica, alla religione, alla morale.
Non c'è tema che non divida gli italiani, se l'educazione debba essere rigida o permissiva, se debba essere permesso il consumo di droghe, se i Vangeli abbiano una base storica, se si debba fare o no l'alta velocità, se gli immigrati vanno accolti o se vadano aiutati nel loro paese, ecc. tutto.
E questo produce un'incertezza che in alcuni diventa indifferenza, in altri paura, in altri ancora collera e rivolta.
Ma l'incertezza alimenta sempre in modo sotterraneo il bisogno di certezze, di regole, di idee e valori condivisi.
Siamo perciò in una epoca propizia ai movimenti collettivi che prima o poi portano all'estremo il conflitto, fanno emergere nuovi partiti, nuovi leader e ricreano, spesso ad alto prezzo, il consenso e l'autorità, portando alla confusione l’equilibrio generale e sempre più forte l’incertezza del futuro.

Dott. Prof. Sauro Amboni - Data Scientist 
professionista certificato

                    

Dalmine, marzo 2018